UGUAGLIANZA DI TRATTAMENTO DEI SESSI

Il Ministero del Lavoro (tramite circolare31/2001) ha sollecitato i propri ispettori ad effettuare una migliore vigilanza nei luoghi di lavoro, al fine di assicurare tale uguaglianza.

A tal fine, esaminiamo i più frequenti casi di discriminazione sessuale ed i provvedimenti legislativi al riguardo.

Offerte d’impiego discriminatorie

“Cercasi commessa”, “Assumiamo uomo di 30 anni”, sono solo 2 esempi di offerte di impiego illeciti. La legge, tuttavia, ammette la “unicità” di sesso, ma solo e determinate condizioni lavorative lo impongono, ad esempio: un ruolo (teatrale o cinematografico) od un vestito femminile, non potrà certo essere interpretato o indossato da un uomo, così come una donna non potrà svolgere un’attività lavorativa che comporta una notevole forza fisica.

Discriminazione femminile

E’ la discriminazione sessuale più frequente. E’ quindi opportuno conoscere alcuni punti fondamentali. L’azienda non può sottoporre alla lavoratrice:

- un test di gravidanza, (tale condizione non può essere oggetto di indagine);
- un lavoro notturno tre le 24 e le 6, qualora sia stato accertato lo stato di gravidanza;
- il quesito relativo allo svolgimento del servizio militare;
-? fogli in bianco da firmare prima della fase di assunzione: il datore di lavoro, in questo modo, sarebbe libero di allontanare l’aspirante lavoratrice in qualsiasi momento;
- lettere di dimissioni dove la data sia lasciata in bianco: il datore di lavoro, in questo modo, potrebbe licenziarla qualora stesse per sposarsi o rimanesse incinta.

Il licenziamento sottoposto alla lavoratrice è da considerarsi non valido, qualora sia stato intimato nel periodo che va dalla pubblicazione delle carte per le nozze ad un anno dopo la celebrazione del matrimonio. L’azienda, infatti, ha diritto di licenziarla solo in caso di:

- colpa grave;
- cessazione dell’attività dell’azienda;
- ultimazione del lavoro per il quale era stata assunta.

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